Transculinaria della Val
Gallenca
10/10/10…
Una data curiosa, particolare, quasi magica, come l’atmosfera ovattata e
misteriosa che la nebbia ha costruito intorno alla Transculinaria di
quest’anno.
Vedute e
scorci che restano sconosciuti ai partecipanti, quasi a volerne evocare il
ritorno alla prossima edizione.
Ma
l’inedito percorso di questa nuova edizione della ‘Mulatrial per buone
forchette’, dove il cibo va conquistato man mano percorrendo lunghi tratti
fuoristrada fino a raggiungere e superare i
La
foschia di montagna, a tratti anche fitta, ha creato qualche problema ai
partecipanti per la difficoltà nell’individuare le segnalazioni, ma ancor più
rendendo viscidi e insidiosi molti passaggi e mettendo a dura prova l’abilità
di tutti.
I circa
200 appassionati sono stati comunque ripagati da una serie di ghiotti ristori e
dalla vista di alcune curiosità incontrate lungo il percorso, quali gli scoiattoli
intagliati nei tronchi e il Mulino Val, costruzione non certo consueta nel
panorama piemontese ed italiano.
Tra i
numerosi assaggi gastronomici, le curiosità e gli infiniti ostacoli proposti
dal lungo percorso, si è così sviluppata una lunga giornata all’insegna dello
sport e della promozione turistica, grazie alla disponibilità degli otto comuni
attraversati e alla collaborazione delle Pro Loco.
Alla
fine, con soddisfazione di tutti, ultima ristorazione a suon di polenta e
spezzatino sotto l’attenta regia della Pro Loco di Prascorsano.
L’accogliente
salone pluriuso ha così raccolto le cronache entusiaste delle gesta di questi
appassionati provenienti da molte regioni italiane e qualcuno anche
dall’estero. Appassionati che certo non mancheranno alla prossima edizione:
La Trans ‘vista da dietro’
Dieci e mezzo, parte l’Easy
Tour…
giro più corto ma divertente e
fuori dalle strade, così assieme agli adulti partono anche alcuni ragazzi accompagnati
dai genitori e due ‘ragazze’ niente male..
Tra mezz’ora partiamo per
chiudere il giro. Dopo i quattro apripista e le ‘scope’ intermedie, messe con
il compito di aiutare chi si venisse a trovare in difficoltà, partiamo io,
Giusto qualche chilometro e
arriva il primo intoppo. La pioggerellina che ha infastidito la tracciatura al
sabato ha reso tutto bello viscido e una salita ripida, ma non impossibile, con
l’affiorare delle radici ha mietuto parecchie vittime.
Ultimi della lista due
fratelli liguri. Uno ha rotto l’acceleratore: veloce riparazione di fortuna e
si riparte. Saliamo verso il primo ristoro… e scende
La mulattiera che porta
all'alpe Musrai, meta della prima tappa, è uno dei percorsi degli antichi
Celti, popolazione preromana, che svolgeva sul sentiero le sue misteriose
processioni.
All’alpe ritroviamo i due
fratelli, affaticati e con un ginocchio dolente. Ci confessano che sono
risaliti in moto dopo molti mesi di digiuno e la Trans li ha incuriositi..
Rifletto sul comunicato stampa; in quello del prossimo anno sarà meglio
specificare che la nostra mula è fatta sì per mangiare, ma questo non esclude
che ogni ristoro vada conquistato superando tratti anche belli tosti…
Ai tavoli Luca e Gilberto,
entrambi consiglieri al comune di Alpette, servono salame felino, di patate e
formaggio.
Spicca sul muretto un
‘distributore’ di barbera… cominciamo bene!
Mangiato e bevuto bisogna
scegliere: hard o soft? Ci si divide e ripartiamo verso il secondo ristoro, ma a
metà strada ecco i due liguri, punti a più riprese da uno sciame di api… ma che
sfiga belin! Siamo costretti ad indirizzarli verso l’arrivo e siamo dispiaciuti
almeno quanto loro.
Raggiunte le Rocche di S.
Martino si prosegue sullo spartiacque verso la Cappella di Mares.
La vista sarebbe spettacolare…
se non fosse che fatico a vedere Maggiolino a pochi metri.
Mauro è così chiamato perché a
volte si ritrova a gambe all’aria e così… bisogna scendere a ‘raddrizzarlo’.
La chiesetta alpina è dedicata
a S. Bernardo ed antichi reperti dimostrano che il luogo in cui sorge chiesa e
rifugio è da sempre considerato sacro. La nebbia imperversa e fa decisamente
freddo; fortuna che le cibarie non mancano. Patate e cotechino fumanti, mezzo
bicchiere di vino e caffè a cura della Pro Loco di Canischio.
Consigliamo di desistere ad un
altro paio di partecipanti senza forze e senza freni e proseguiamo fino al
colletto sopra La Bassa… un doppio balcone, da un lato il Parco Nazionale del
Gran Paradiso, dall’altra la pianura piemontese; ma con ‘sto tempo per vederla
dovremo aspettare la prossima edizione…
Scendendo verso l’alpe Bellono
mi imbatto in un cane impaurito. E’ un cane da caccia con tanto di collare e
numero di telefono del proprietario, ma è assolutamente sperso: che fare? I
miei soci sono ormai lontani, il telefono non prende, di lasciarlo lì non se ne
parla… abbandono la moto e mi incammino con il fido scodinzolante. Fortuna che
al ristoro uno dei componenti dell’associazione
'Amici dell'Alpe Bellono' conosce il padrone e si fa carico della
riconsegna. L’alpe è un incanto: ben attrezzato e all’esterno laghetto e...
ottima vista. Già… quando fa bello… meglio non pensarci.
Mi dedico al tè e biscotti; la risalita fino
alla moto sarà dura! Lasciamo Stefania, la figlia del Pres, che ci ha
accompagnati fino a qui con un’invidiabile padronanza della moto e che
rientrerà con il pick up del rifornimento. A proposito, grazie Beppe per i due
quintali di benza che hai portato su… senza esplosioni!
Anche a questo ristoro il
percorso si sdoppia in hard e soft e mi tocca quello tosto… torno alla moto e
ci avviamo verso
Guadagnato il colletto della
Canaftà, ci ricongiungiamo con Mauro che lungo il soft ha rastrellato alcuni
dispersi. Da qui in poi il percorso è ancora lungo ma meno duro. Ci accodiamo
ad un attempato trialista su Aprilia e lungo il percorso rifletto su quanto si
è lavorato per arrivare a questa nuova Trans. Ma con una legge regionale tanto
ballerina, non sarebbe bastata l’ostinazione nostra e di Tony (detto l’attore),
che tanto si è sbattuto per realizzare questo sogno;
per fortuna abbiamo trovato
molte amministrazioni che hanno compreso la bontà delle nostre istanze e hanno dato
non solo l’autorizzazione alla Trans, ma anche a molti percorsi permanenti per
il trial. Per questo voglio menzionarli. Comuni amici dei trialisti e promotori
di sport e turismo: Alpette, Forno, Levone, Prascorsano, Pratiglione,
Canischio, Cuorgnè, Rocca e S.Colombano. Grazie!
Arriviamo agli scoiattoli
intagliati a tutto tondo direttamente sui ceppi di alberi abbattuti, opera di
qualche operaio forestale mago della motosega.
Più in basso, il Mulino Val,
simbolo di Forno Canavese. Un padre e una madre l'hanno voluto costruire in
memoria del loro unico figlio tragicamente scomparso. Costruzione quanto meno
insolita nel panorama pedemontano.
Ultimo hard e finale con acciughe al verde;
gran lavoro anche da parte della Pro Loco di Forno. Ora ci resta solo il
percorso di rientro, tutto meno che banale; mettiamo le ruote sugli stessi
sentieri e le stesse pietre che videro passare nel Mondiale dell’81 i vari
Gorgot, Lejune, Schreiber, Karlsson e i nostri Galeazzi, Adamoli e Baldini.
All’arrivo ci aspetta ancora la
polenta e spezzatino della Pro Loco Prascorsano e i tanti racconti entusiasti
degli ultimi arrivati. Solo ora la Transculinaria si può dire conclusa.